Costume Department – I costumi della serie TV The Marvelous Mrs. Maisel

Inauguriamo con questo articolo la rubrica “Costume Department” in cui parleremo di film, serie Tv, mostre, eventi e di tutti i professionisti legati al mondo del costume.
Un blog per “spiegare” ai non addetti ai lavori e ai futuri aiuto, assistenti, sarti e costumisti quanto sia difficile, stratificato e bello questo mestiere.
Iniziamo con The Marvelous Mrs. Maisel!

Gli outfits di Midge Maisel sono sicuramente una delle ragioni per cui guardare The Marvelous Mrs. Maisel la serie Amazon Originals scritta e diretta da Amy Sherman-Palladino (vi ricordate “Una mamma per amica”?)
Beh, noi di Lab, complice la quarantena Covid, ci siamo sparati tutte e tre le stagioni con tanto di binge watching/fan club.
Una confessione: in tutte noi, direttore incluso, batte il cuore di una casalinga ebrea newyorkese che veste da Saks Fifts Avenue e cucina un’ottima punta di petto…provare per credere!
I costumi di The Marvelour Mrs. Maisel

I costumi della serie, racconta la costumista Donna Zakowska alla rivista Elle, hanno uno scopo preciso: quello di identificare una protagonista, forte di fronte alle avversità e sempre fedele a se stessa.
“Puntavo” – continua Donna – “a un misto di urban minimalism e cromatismo d’epoca. Per me, anche pittrice, è stato un viaggio avventuroso nelle riviste di moda, nel colore e in tutti i negozi vintage che conosco. Il mio preferito? Il Front General Store”
(il nostro? Pulp Vintage via del Boschetto 15 a Roma…fatene buon uso)

Parliamo invece dei corsetti
C’è un capo nel guardaroba di Midge, al secolo Rachel Brosnahan, con cui l’attrice non va affatto d’accordo: il corsetto.
Durante un’intervista al “The Late show” ha rivelato di essersi rotta un paio di costole a causa del corsetto troppo stretto
Parliamo così velocemente nello show che per recitare tutte le battute non puoi davvero fare molti respiri. Penso che non respirassi molto bene ed ero un po’ limitata e così alcune delle mie costole si sono fuse insieme”
Cara Rachel oltre a citarti il vecchio adagio “chi bella vuole apparire un po’ deve soffrire”, ti assicuriamo che sei in ottima compagnia infatti anche Emma Stone ne “La favorita”, costumi di Sandy Powell, ha raccontato delle indicibili torture causate dal corsetto “dopo qualche mese i miei organi si erano spostati.”
Claudia Cardinale ricordando il set de “Il Gattopardo, costumi dell’ineguagliabile Piero Tosi, svela: “Le stecche di balena dei busti facevano un male cane ma a Visconti dissi non sono io che soffro, è Angelica”
A proposito qui trovate un interessantissimo articolo di approfondimento della Royal College of Surgeons of England sulla storia del corsetto e sui suoi pericolosi effetti e ancora, un nostro approfondimento su bustini e corsetti, croce e delizia di generazioni di donne.
E come diceva Mamy: “Reggiti forte…e trattieni bene il fiato! ”
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