Bustini e Corsetti per modellare il corpo della donna. Identikit di uno dei segreti della bellezza di altri tempi

Scopriamo di più su questo capo che ha fatto la storia della moda femminile!
Il corsetto è il nome con cui viene indicato un indumento prevalentemente femminile composto da tessuto rinforzato da stecche.
Fu usato soprattutto negli ultimi secoli del secondo millennio per modellare il corpo femminile e adattarlo ai canoni della moda dell’epoca: stringere la vita, sostenere ed evidenziare il seno (o, al contrario, ridurne la dimensione appiattendolo), modellare, talvolta evidenziandoli, i fianchi.
È detto anche bustino; con questo ultimo nome si può intendere anche la parte superiore di un abito femminile.
Le origini del corsetto sono lontane: le donne cretesi secondo l’iconografia classica (vedi ad esempio la statuetta Dea dei serpenti) indossavano un corpetto, che comprimeva e lasciava scoperti i seni, cingendo la parte superiore delle braccia.
Greche e Romane facevano uso di strisce di tessuto antesignane dei bustini e corsetti, cosiddetti zone, strophinium e mamillare, per costringere e sostenere il busto, valorizzando le forme: quando queste bende erano portate più in su, sotto i seni, il capo veniva definito anche cestus oppure cingulum oppure capitium, secondo la varietà.
Andando più avanti negli anni e passando al Medioevo nel XII secolo, noteremo per qualche tempo la moda degli abiti attillati aderenti al corpo e stretti da una cintura esterna, denominata bliaut gironè.
Alla fine del sec. XV invece compare un corpetto rigido destinato a comprimere il ventre abbinato a una sottostruttura, antesignana del guardinfante, che serviva a sostenere le pesanti gonne (un esempio è la Salomè ritratta da Pedro García de Benabarre, nel 1460)
Dalla metà del ‘500 si verificherà un netto cambiamento: la cattolicissima Spagna detterà la moda. A giudicare dalle rappresentazioni dell’epoca i corpetti infondono alla figura una linea rigida e severa la scollatura è relativamente alta e i seni appiattiti.
Intorno alla prima metà del ‘600 questo stile rigoroso viene abbandonato a favore di un abbigliamento più comodo e leggero: il corpetto mette in risalto la vita sottile però è meno rigido, la scollatura è molto generosa.
Nel XVIII la silhouette femminile cambia di nuovo grazie a bustini e corsetti rinforzati da strisce di lana e stecche di balena che assottigliano la vita, spingendola verso il basso.
Verso la fine del ‘700, quando la foggia degli abiti femminili si semplifica, i corsetti diventeranno leggermente più corti, fino a scomparire sotto gli abiti di mussola.
L’Ottocento diventerà il secolo del busto, il volume del seno viene valorizzato con ampie scollature da spalla a spalla, in contrasto con la vita sottile.
Il 1848 segnò un’altra data importante nella storia del corsetto: la messa a punto dell’allacciatura detta alla “paresseuse” (alla pigra), con sistema che permetteva di vestirsi e di svestirsi autonomamente.
Nel 20 ° secolo, il corsetto ha raggiunto nuove vette. I modelli sono diventati più numerosi e particolari.
Esistevano corsetti per ogni momento della giornata e per ogni occasione: corsetti da indossare solo al mattino (leggermente sagomati), per fare il bagno al mare (non sagomati), da equitazione (elasticizzati sui fianchi), per frecciare in sella a un velocipede (realizzati in jersey).
Curiosità e Leggende metropolitane
Si racconta che Caterina de Medici regina di Francia scegliesse le sue dame di compagnia in base alla larghezza dei loro fianchi più piccoli erano più erano considerate affidabili.
L’imperatrice Elisabetta di Baviera (la famosa Sissi) aveva una circonferenza vita che variava ,secondo alcuni storici tra i 40 e i 47 cm tuttavia è ben noto che fosse vittima della sua stessa vanità.
Nel 1859 un giornale parigino riportò la tragedia di una giovane donna, ammirata per la vita sottile, che morì due giorni dopo un ballo perché il busto le aveva stretto le costole al punto che le avevano perforato il fegato.
Nel 1887 il dottor Robert L. Dickinson pubblicò un articolo sul New York Medical Journal che denunciava le sofferenze e le malformazione che i corsetti infliggevano alle donne, dalla pressione causata dai corsetti risultano profonde escoriazioni, e a volte sopraggiunge la morte.
L’attivista americana Elizabeth Stuart Phelps, esortava le donne a dare fuoco ai loro corsetti: “Fate un falò delle crudeli stecche d’acciaio che per così tanti anni hanno tiranneggiato sul vostro torace e addome. E tirate un sospiro di sollievo per la vostra emancipazione che, ve lo posso assicurare, inizia da questo momento”.
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